lunedì 28 luglio 2014

Banche del tempo

Iconografia a fine articolo
Le banche del tempo sono ormai una realtà ben collaudata anche in Italia e ne sorgono continuamente grazie all'entusiasmo ed alla sensibilità di persone che credono in forme alternative di scambio. Sono organizzazioni strutturate e gestite come le banche tradizionali, solo che la moneta contabilizzata è il tempo!
Sono spesso gestite da persone attente ai reali bisogni della collettività e del proprio territorio. Persone che hanno un'idea chiara del concetto di innovazione e contaminazione dal basso. Le cose però si complicano non poco se si presenta un'opportunità di innovazione e contaminazione molto più grande che è la proposta di uno scambio esteso nell'intero territorio nazionale grazie all'interattività della rete internet ed a nuove forme di comunicazione e volontariato.
Vediamo ad esempio la differenza tra la modalità tradizionale di gestione e la modalità estesa:

Modalità tradizionale
Lo scambio avviene aderendo formalmente all'organizzazione con una vera e propria modulistica, con relativa identificazione del membro e sua sottoscrizione, tutto secondo uno schema riconosciuto al livello governativo e monitorato da un coordinamento nazionale.
I membri si riuniscono in sedi opportunamente scelte con delle scadenze concordate dove ci si conosce e si creano rapporti sociali che evolvono nel tempo.
Ognuno da visibilità alle proprie competenze ed esperienze che intende offrire come contributo e poi, tramite un sistema di gestione, domanda ed offerta si incontrano.
Tutto questo non fa una grinza perché solitamente si svolge nell'ambito di un'area geografica limitata al proprio piccolo Comune o al proprio quartiere se la città è più grande e comunque fra persone che possono incontrarsi fisicamente.
E' una bella realtà, una bella pacifica rivoluzione!

Modalità estesa
E' la modalità che propongo io e che ha dato vita a volte a nuovi entusiasmi, a volte ad approfondimenti, a volte a scetticismi e a volte a rifiuto immediato.
Ogni persona, trovandosi davanti ad una cosa nuova, sconosciuta, quindi per certi versi anche difficile da decifrare, con il proprio intuito e la propria sensibilità ed esperienza, reagisce in modo diverso.
La modalità estesa prevede lo scambio del tempo anche fra persone non facilmente raggiungibili fisicamente.
Nella fattispecie, propongo alle BDT uno scambio di lezioni per via telematica "uno a molti", quindi con grandissimo risparmio di tempo rispetto ad uno scambio "uno ad uno" tramite canali telematici audio video in cui è possibile anche proiettare delle diapositive, come si fa in una vera e propria aula ma rimanendo ognuno comodamente a casa sua in assoluta privacy, o alla luce del sole a proprio libero arbitrio.

Reazioni alla modalità estesa
Mentre alcuni gestori di BDT si prendono il loro tempo per valutare la possibilità di adeguare il sistema di gestione a questa eventualità, altri gestori non solo di BDT ma anche di altre organizzazioni che si occupano di sociale e di carità, visto che il mio contributo al momento è ostentatamente GRATIS, si stanno organizzando per coinvolgere quante più persone possibile e "sedersi" nell'aula virtuale per godersi tutto ciò che ho da offrire.
Solo dopo (o al massimo in corso d'opera) faranno le valutazioni e decideranno se il progetto merita o meno di essere tenuto in vita, del resto come si può valutare qualcosa di mai visto prima e che si può spiegare bene solo facendolo? Attraverso un veloce scambio in chat e una telefonata fatta in fretta?
Credete sia un bene frenare un tal proposito? Ma come? Da rivoluzionari a censori? Ma poi censori di che?
L'innovazione dev'essere dentro di noi  bisogna aprire le porte alle nuove idee ed alle risorse umane che hanno qualcosa da offrire. "A caval donato non si guarda in bocca!"

Come decollare?
Se chiedo qualcosa in cambio allora lo faccio perché ho il mio tornaconto, se non chiedo nulla, allora c'è qualcosa sotto... Emergere e dare valore al proprio "Brand Personale" su internet è veramente difficile.
E' ormai così diffusa la cultura negativa della rete (spam, truffe, clonazioni di carte e identità etc.. etc..), che non si riesce quasi più a distinguere i buoni dai cattivi, anzi più garanzie dai, più ti lasci identificare, più gatta ci cova!
Gli esperti di marketing hanno rilevato che la peggior promozione è l'autopromozione, che è proprio ciò che sto facendo io e devo ammettere che hanno ragione da vendere (e infatti la vendono e c'è anche chi se la compra).
Ma come faccio ad offrire qualcosa gratuitamente se devo pagare una campagna di marketing per farmi promuovere da altri?
E quanto mi deve costare in termini di tempo e risorse varie, persuadere le persone a sedersi nell'aula virtuale?
Basterebbe semplicemente che chi ha già un canale di comunicazione verso più persone (come ad esempio un gruppo su Facebook) le informasse, come persone grandi e responsabili che valutano di persona se la cosa interessa o meno.
Nei gruppi che ho amministrato io in passato in diverse piattaforme anche prima di Facebook, tutto ciò che non era in odor di commercio l'ho sempre lasciato pubblicare. Come faccio io a decidere cosa è buono e cosa non è buono per membri dei gruppi che amministro? Mica ho a che fare con dei bambini!
Allora la potenza dei social network dov'è finita? Che ce ne facciamo di tutta questa potenza divulgativa? Le cose a pagamento non vanno bene e le cose gratis neanche. Cosa va bene? Rimanere circoscritti nella propria  piccola realtà? E l'evoluzione a che velocità avanza? Continuiamo ad evolverci a 10 all'ora come è sempre stato o ci volgiamo evolvere a 1000 all'ora com'è necessario per competere con le altre nazioni?
Ed e' proprio a questo che serve il mio progetto; a regalare nuovi punti di vista e nuove possibilità a tutti di evolversi più rapidamente.
Se il mio progetto non viene ancora ben compreso, è ancora una volta colpa del DIGITAL DIVIDE quello più grave, quello culturale.
E' un po' il cane che si morde la coda, io cerco di somministrare cultura digitale a persone che, giustamente, hanno difficoltà a focalizzarne il valore proprio perché non hanno abbastanza cultura digitale.
SIAMO AL PARADOSSO!
Eppure non chiedo manco un cent! Si tratta di assistere ad una trasmissione televisiva ma che si vede col PC su internet: Una volta tanto un film diverso, interattivo ed istruttivo, che potrebbe cambiare la qualità della nostra vita.
Che male potrà mai fare? Se non piace... si può sempre cambiare canale!

In conclusone
Sappiate che ho imparato più cose partecipando ai webinar negli ultimi 3 anni che in tutta la mia vita. Webinar dai più disparati a partire da quelli organizzati della Pubblica Amministrazione a quelli estemporanei organizzati da ragazzetti che ridendo e scherzando mostrano competenze digitali da fantascienza!
Io non aspetto che qualcuno mi proponga di partecipare, cerco e partecipo a tutto ciò che ha "ingresso libero" e grazie a questa strategia di auto apprendimento, oggi sono ben spendibile sul mercato del lavoro, molto più di quanto non mi abbiano reso spendibile i titoli scolastici (con tutto il rispetto per l'istituzione e i docenti con le contropalle che ho avuto la fortuna di conoscere).
Il mio progetto è reale e ben documentato. Attraverso critiche costruttive e suggerimenti, sta per salire sul trampolino.
Se tutto va bene, a settembre il lancio da questo stesso blog!
Io dico che vale la pena di esserci. :)

Maggiori informazioni si possono leggere (cliccando qui) o cliccando la voce del menu "il progetto" in alto qui nel blog.

L'adattamento e l'assemblaggio dell'immagine finale sono stati realizzati da Carmelo Augello




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