martedì 29 luglio 2014

Il quarto click e la quarta riga!

Il pupino qui a fianco dorme perché questo post supera tre righe, tu cerca di resistere, è importante!

Dareste ai vostri figli chili di cioccolato e videogame 24 ore su 24 per farli stare buoni?



Questo è ciò che in realtà succede in una famiglia molto speciale, dove i genitori sono coloro che hanno il potere di decidere quali contenuti devono arrivare al popolo attraverso i media e i figli siamo noi fruitori di tali media. In pratica, i contenuti di qualità, tipicamente poco attraenti specialmente per i giovani, vengono trasmessi in orari impossibili, mentre il gossip e l'intrattenimento e le notizie spazza allegria, la fanno da padrone negli orari di maggior fruizione (colazione, pranzo e cena). Avrete già intuito che nella metafora, il "cioccolato e i videogame" sono proprio quest'ultima categoria di contenuti. In pratica siamo bombardati di contenuti che stuzzicano la nostra attenzione e la nostra morbosità latente, semplicemente perché così si alza l'audience, per una spietata corsa al profitto.
Proprio come fanno alcuni genitori con i loro figli per farli stare buoni ed ottenere più "margine" per farsi gli affaracci propri, senza badare troppo alle conseguenze per i figli (naturalmente non mi riferisco a chi lo fa per necessità e nell'emergenza)
I danni sociali di una simile strategia applicata alla massa, continuano anche su internet, infatti mentre cerco contenuti di qualità, vengo continuamente bombardato da spot che solo apparentemente sembrano correlati alle mie ricerche e invece mi portano da tutt'altra parte e spesso mi infettano il PC.
Ormai ho imparato a distinguere gli spot buoni da quelli cattivi con una precisione stimabile in circa il 99% delle volte, ma per sfuggire a queste tentazioni ho dovuto investire un po' del mio tempo soffermandomi sulle cose, leggendo e rileggendo bene e confrontandomi con gli altri.
Insomma una sorta di mini studio dedicato alle trappole della rete che oggi però mi restituisce, con gli interessi, tutto il tempo impiegato. Si infatti un breve periodo dedicato allo studio di questi meccanismi e di queste dinamiche oggi mi permette di navigare fluidamente, concentrandomi sulle cose che mi servono davvero per portare avanti i miei progetti senza distrazioni inutili e senza infettare il PC.
Ma quanti fanno questo? Per fare questo bisogna essere allenati al soffermarsi, osservare, studiare e sforzarsi di comprendere cose nuove, importanti per migliorare la qualità della nostra vita.
Di fatto, le strategie adottate negli ultimi vent'anni per distribuire notizie e contenuti alle masse e l'aggravante dell'incremento dei ritmi vitali, quindi della stanchezza psico-fisica, hanno causato un inasprimento del pensiero e degli stili di vita.
Probabilmente è per questo che il popolo di internet non legge messaggi e post più lunghi di tre righe e rinuncia a cercare ciò che stava cercando se per trovarlo bisogna fare più di tre click!
E chi vorrebbe diffondere la CULTURA DIGITALE? Come comunica con chi è rimasto intrappolato nei contenuti brevi ma pieni di emozioni come video di gattini che fanno le fusa, bambini prodigio, aforismi e frasi d'amore?
Quanti avranno la forza di volontà di evadere da questa prigionia ed affrontare il difficile viaggio dal benessere ipotetico a quello reale?
Il reale benessere è nascosto dietro la tecnica e la tecnologia, quindi è in quella direzione che bisogna andare, ma con cognizione di causa, nel modo giusto, con le scarpe adeguate, altrimenti si rischia di arrivare con i piedi tumefatti o non arrivare affatto.
Il progetto di INCLUSIONE DIGITALE è il vostro paio di scarpe per affrontare questo viaggio.
Ma quanti avranno letto questo post fino alla fine? E qui ritorna il paradosso!





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