domenica 22 giugno 2014

Profitti? Non sempre sono "utili"

Il concetto di "profitto" ha di fatto aberrato le percezioni della maggior parte del popolo consumista, ma è stato necessario applicarlo in questi decenni perché ha generato una serie di comportamenti orientati al progresso tecnologico anche se, collateralmente, senza badare troppo ai danni sociali ed ambientali.

Adesso però le tecnologie applicabili al reale benessere sono mature per la loro applicazione pratica e sarà solo questione di pochi anni perché questo avvenga coinvolgendo la cosiddetta "massa critica", giusto il tempo di sostituire la ormai vecchia e inadeguata classe politica rimasta ancorata ai vecchi paradigmi e giusto il tempo di veder crescere le nuove leve, quelli che oggi hanno circa 15 anni di età e che delle storie di mafia, camorra e 'ndrangheta leggeranno forse qualcosa solo nei libri di storia.

Purtroppo, come dicevo prima, ci sarà da rimediare a una serie di disastri collaterali e consequenziali al periodo (uscente) del consumismo per vivere pienamente i benefici della nuova era "virtuosa" (entrante) basata sull'uso razionale della rete neurale globale (internet e il web 2.0).

Non sto qui ad elencare quante e quali sono le cose per le quali bisogna rimboccarsi le maniche e rimediare.
Mi limiterò a rappresentare il problema per il quale desidero offrire alla collettività il mio modesto contributo.

Trattasi di un problema di esclusione sociale, oggi ancora più specializzato e di difficile soluzione denominato ESCLUSIONE DIGITALE. Un fenomeno ormai dilagante e subdolo per la sua invisibilità. Infatti il primo passo per tentare di arginare questo fenomeno, è quello di farne prendere coscienza a chi ne è vittima ed oggi ne è inconsciamente vittima la maggior parte del popolo di internet!
Chi non è ancora su internet ha un'altro ben più grave problema denominato DIGITAL DIVIDE che per certi versi si interseca con quello dell'ESCLUSIONE DIGITALE e potrebbe essere oggetto di un successivo approfondimento sempre su questo blog.

Ormai quasi tutti usiamo con disinvoltura la rete internet e i social network, anche e soprattutto in mobilità, ma a dispetto di quelli che erano gli auspici dei pionieri della rete, quelli cioé che la rete l'hanno fatta e l'hanno vista evolversi, oggi non sembrano ancora evidenti i benefici attesi.

Così risorse economiche pubbliche che dovrebbero essere gestite in modo SMART e a favore del reale benessere, vengono ancora impiegati per alimentare una nuova casta nascente che, col pretesto di codificare l'incodificabile e progettare l'inprogettabile NUOVO MONDO DIGITALE, vive ancora di convegni, conferenze, seminari e webinar che a causa dell'ESCLUSIONE DIGITALE vengono praticamente seguiti solo dai quei pochi soliti addetti ai lavori: anche questi mi sembrano degli esclusi, ma si sono esclusi da soli!

E tutti gli altri? Tutti gli altri sono i "digitalmente esclusi" che però, nel loro analfabetismo digitale fanno il pubblico dei videomakers freelance, quelli che amano rappresentare qualcosa o autorappresentarsi attraverso i social media come ad esempio youtube per citare quello al momento più famoso.
Tutto un mondo non codificato e non codificabile che mette a diretto contatto persone diverse e diverse realtà ma che resta limitato alla sfera dell'intrattenimento e dell'incanto emotivo... E' questa l'ESCLUSIONE DIGITALE che frena lo sviluppo e l'economia a livello di collettività e genera anche malessere nei singoli che a poco a poco sprecano la propria vita sempre in cerca del video più divertente da condividere con gli amici sui social network tralasciando le reali opportunità di lavoro e di fruizione di pubblici servizi ormai disponibili quasi dappertutto.

Oggi c'è chi si è accorto del problema e impiega le proprie risorse per cominciare a fronteggiarlo. Non è per nulla facile convincere il popolo dei DIGITALMENTE ESCLUSI e prendere coscienza del proprio problema e rimediare prima che sia troppo tardi. Per farlo, oggi come oggi, è necessaria tanta ma tanta visibilità e spero che chi ha letto fino in fondo faccia il suo piccolo ma prezioso click su "mi piace" e/o "condividi" per darcene ancora un pochino di più e che condivida questo post sul diario facebook del sindaco del proprio paese.





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